La cultura è l’unico modo attraverso cui il rapporto con Dio diventa incarnato. E siccome il cristianesimo è una religione di incarnazione, questa dimensione qui diventa fondamentale. Certamente è un lavoro non facile, nel contesto attuale, perché la cultura è frammentata e, quindi, non c’è una sola cultura da animare cristianamente. Ci sono una miriade di esperienze culturali da interpretare e da arricchire con la forza che viene dallo Spirito, dalla fede. È un lavoro di pazienza, che a volte può apparire ingrato, nel senso che non dà la soddisfazione di vedere che il mondo cambia perché noi ci lavoriamo dentro, però quei frammenti di fede incarnata, di vita animata dalla fede, sono fecondi. È la fecondità che vince, è il riuscire a porre dei gesti che abbiano un futuro, che abbiano in sé una rispondenza grande alla realtà dell’uomo, all’umanità dell’uomo e, quindi, abbiano una prospettiva di maturazione della persona e della società. Ci sono tutta una serie di realtà che possono apparire dominanti dal punto di vista esterno per la forza con cui si presentano, per la seduzione che hanno, ma quello che non è umano, quello che non è conforme all’uomo non dura. Può avere o celebrare dei successi immediati, ma alla fine l’incoerenza salta fuori ed emerge la sterilità, cioè il futuro non ci sta.
con queste parole il Vescovo di Brescia Luciano Monari descriveva il servizio alla cultura cristiana che la nostra comunità vede come chiamata particolare di Dio nel tempo in cui siamo inseriti.
la diocesi di Brescia ha accolto la Comunità Pier Giorgio Frassati come comunità privata di fedeli il 4 luglio 2011.
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